Elusione Fiscale

Lotta all’elusione fiscale: nuove disposizioni in arrivo

Nuove prospettive in termini di elusione fiscale: nel corso della seduta dell’8 Agosto il Consiglio dei Ministri ha approvato, in sede preliminare, il decreto legislativo per il recepimento della direttiva europea Atad (Anti-tax avoidance directive).

La direttiva

La direttiva prevede che tutti gli Stati membri adottino e pubblichino, entro il 31 dicembre 2018, le disposizioni legislative regolamentari volte a introdurre tra i Paesi dell’Unione europea un livello minimo di condizioni paritarie e comuni, finalizzate al contrasto e alla prevenzione delle pratiche di elusione fiscale, derivanti dall’operato dalle multinazionali

Il termine di entrata in vigore delle nuove disposizioni è fissato al 1° Gennaio 2019, ad eccezione della disciplina che regola l’imposizione in uscita dei beni di impresa che dovrà invece entrerà in vigore dal 1° gennaio 2020.

LE MISURE

Il nuovo Decreto Legge determina regole minime comuni, definendo:

• limiti alla deducibilità degli interessi passivi da parte delle imprese: per combattere l’erosione delle basi imponibili effettuata dai gruppi di imprese che collocano i prestiti all’interno del gruppo in Paesi ad alta tassazione, per beneficiare della deducibilità degli interessi passivi, e i profitti in Paesi a bassa tassazione; il limite imposto per gli interessi passivi è pari ad una deducibilità fino al 30% del margine operativo lordo;

• tassazione delle società controllate estere: per prevenire lo spostamento di profitti in giurisdizioni a bassa tassazione, all’interno e fuori dell’Unione Europea, la direttiva stabilisce una tassazione secondo aliquote e regole di calcolo della base imponibile del Paese dell’impresa controllante, quando la società controllata estera è localizzata in un Paese con tassazione sensibilmente inferiore e non svolge un’attività economica effettiva;

• clausola antiabuso generale: è possibile disconoscere ai fini fiscali tutte quelle operazioni effettuate dalle imprese al solo fine di ottenere un vantaggio fiscale, senza effettive ragioni economiche;

• tassazione in uscita dei beni d’impresa: vengono definite regole comuni per la tassazione delle operazioni di trasferimento in altri Paesi di asset societari, organizzazioni, rami d’azienda;

• strumenti ed entità ibride: si introduce una regolamentazione precisa per contrastare fenomeni di doppia non tassazione (dovuti a disallineamenti delle definizioni giuridiche degli strumenti finanziari o delle entità in ordinamenti legislativi differenti), ed evitare così doppie deduzioni di talune categorie di reddito in Paesi diversi.

In materia di deducibilità degli interessi passivi, gli Stati membri hanno la facoltà di continuare ad applicare le misure nazionali in vigore (e comunque non oltre il 1° Gennaio 2024), purché siano già rivolte a prevenire i rischi di erosione della base imponibile e lo spostamento dei profitti, fino a quando non avranno adottato l’introduzione delle soglie percentuali.

Il pacchetto di misure illustrate volte garantisce il corretto funzionamento del mercato interno e definisce un approccio strategico comune al fine di impedire una frammentazione del mercato e porre fine ai disallineamenti e alle distorsioni attualmente esistenti. È dunque fondamentale che gli Stati membri prendano provvedimenti urgenti per scoraggiare l’elusione fiscale e garantire un’equa ed efficace imposizione nell’Unione Europea in modo sufficientemente coerente e coordinato.

L’Italia, in questi termini, si sta muovendo nella direzione concordata.

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